“Qual è il telaio gravel che fa per me? Come trovare la misura giusta?”
Sono questi solo alcuni degli interrogativi che ogni ciclista si pone quando deve scegliere la taglia della nuova bicicletta. Una passaggio delicato che richiede calma e attenzione .
La scelta della giusta taglia telaio è un’operazione che fa rizzare le orecchie anche al ciclista professionista all’inizio di ogni stagione sportiva. E poco importa se la scelta riguarda una bici gravel, da strada o una MTB. Gli errori sono spesso dietro l’angolo…
1) Destinazione d’uso e preferenze
L’offerta di biciclette gravel negli ultimi cinque anni è aumentata a ritmo esponenziale. I motivi sono diversi. Ne abbiamo parlato qui - Perchè scegliere una bici gravel?. Un ampio ventaglio di biciclette a disposizione non sempre aiuta. Anzi, in certi casi può generare confusione e indecisione. Per questo è importante prima di tutto identificare qual è la destinazione d’uso della bicicletta gravel.
Sono un ciclista che intende vivere l’agonismo o che vuole pedalare in totale libertà senza l’assillo del cronometro lontano da ogni componente agonistica? O entrambe le cose? Amo trascorrere le giornate in sella all’avventura e perché no la notte all’aperto in totale autonomia?
Identificare la destinazione d’uso sulla base delle proprie preferenze è fondamentale perché permette di selezionare alcune biciclette a discapito di altre. Si tratta di una prima scrematura per liberare il campo da errori e iniziare il percorso verso la scelta del telaio gravel ideale.
2) Focalizzarsi sulla taglia e non sui numeri
È uno degli errori più comuni. Un telaio taglia M di un determinato marchio non è detto che debba corrispondere ad una taglia M di un’azienda concorrente. Spesso non è così. Ci possono essere differenze importanti che possono aprire le porte ad eventuali scelte scorrette soprattutto se le misure antropometriche del ciclista (statura e altezza cavallo) si trovano in una “terra di mezzo” a cavallo tra due taglie.
“Il telaio della bici è come un abito”. Ed è la bici che si deve adattare al ciclista e non il contrario.
Oltre le taglie contano i numeri, gli angoli, i dati. La tabella geometrie deve essere quindi un punto di riferimento. Poco importa se siamo principianti o ciclisti esperti. Andiamo oltre “la taglia M”!
3) Rilevare in maniera non adeguata le misure antropometriche
Statura e altezza cavallo (o entrogamba) sono coordinate che servono ai sarti per confezionare abiti su misura e servono ai ciclisti per identificare il telaio ideale. Si tratta di operazioni semplici, ma fondamentali che è possibile eseguire in autonomia.
Molti marchi mettono a disposizione un configuratore taglia dove è possibile, grazie all’impiego di un algoritmo identificare la giusta misura del telaio. Un’operazione matematica che non tiene conto delle eccezioni di Madre Natura. A parità di statura, ad esempio, due ciclisti potrebbero avere due quote cavallo diverse che si riflettono in una differente altezza sella e lunghezza dell’attacco manubrio.
4) Consulenza biomeccanica
Il metodo migliore per trovare la giusta taglia telaio e la messa in sella adeguata è quello di affidarsi ad un biomeccanico qualificato. Un’operazione da fare almeno una volta nella vita e soprattutto se intendiamo riprendere a pedalare dopo traumi importanti (es. incidenti o fratture). Il risultato sarà una valutazione personalizzata e scientifica del nostro assetto in bicicletta. Un’operazione dalla quale potremmo trarre spunti utili e nozioni tecniche in più. Senza dimenticare che quello che dice il biomeccanico non è legge (viste le diverse scuole di pensiero) e che c’è sempre un piccolo margine riservato al ciclista per quanto riguarda gli aggiustamenti di fino.
5) Stack & Reach
Oltre ai classici valori di altezza, lunghezza delle tubazioni ed angoli nell’ultimo decennio i marchi propongono telai che tengono in considerazione il rapporto tra Stack e Reach (Stack-to-Reach). Un concetto che i telai gravel hanno assimilato dal mondo della mountain bike e che prima ancora ha influenzato le bici da strada.
Lo stack è la distanza verticale tra il centro del movimento centrale e la linea di proiezione che passa per la parte superiore del tubo sterzo. Il reach, invece, è la distanza verticale tra centro del movimento centrale e la linea di proiezione, perpendicolare a terra, che passa per il centro del tubo sterzo.
Stack elevato e reach ridotto in genere configurano una bici orientata al comfort. Quando il rapporto tra le due quote si riduce l’assetto del telaio diventa più “aggressivo” e configura una bici che ha nel DNA una spinta verso la competizione e l’agonismo.
Ragionare solo su queste due misure in fase di scelta permette di semplificare parecchio le operazioni.
Compila i campi qui sotto e verrai prontamente aggiornato sulle tante novità che gravitano attorno al mondo Gravel.
Se le notizie non saranno più di tuo interesse, sarai libero di cancellarti in ogni momento.