Non è una bici da strada, non è una MTB e anche se il primo colpo d’occhio può trarre in inganno non è una bici da ciclocross. Ma allora: cosa sono le bici gravel? Ecco le principali caratteristiche.
Per capire cosa sono le bici da gravel non occorre fare molta strada. La definizione è scritta nella parola inglese “gravel” ovvero ghiaia, piccole pietre. Nell’immaginario di un ciclista o di un appassionato alle prime armi con le due ruote a pedali quel brecciolino fa rima con campagna, luoghi aperti lontano dal traffico, natura, ma non solo. C’è un richiamo al ciclismo antico, eroico. Fatto di polvere, fango e salite che ancora non conoscevano l’asfalto. Come al Tour de France del 1910 con il ciclista francese Octave Lapize che apostrofò l’organizzazione con un perentorio: «Voi siete degli assassini! Sì, degli assassini!» dopo aver conquistato per la prima volta il mitico Tourmalet. Al buon Ocatve una buona gravel bike sarebbe tornata molto utile. Vediamo perché.
L’anima di ogni bicicletta è il suo telaio. E le bici gravel possono averne più di una al punto che ogni ciclista - a prescindere dal livello atletico - può trovare la sua “anima gemella”. Telaio in acciaio o in alluminio, in carbonio fino al più pregiato titanio. La scelta del materiale in alcuni casi può essere una questione di sopravvivenza. Se stiamo pensando di chiudere la porta di casa per compiere un’avventura in solitaria o esplorare luoghi che solo in apparenza hanno poco a che fare con la bicicletta ecco che l’acciaio può essere un alleato prezioso perché facilmente riparabile.
Il carbonio invece diventa un prezioso alleato se al primo posto mettiamo il peso e la voglia di montare in sella ad una gravel bike versatile. In genere questi telai sono peculiarità delle bici gravel del segmento “backroad” che prevede una vocazione meno avventuriera e più orientata alle bici da strada uso endurance/granfondo.
Al di là dei materiali sono le geometrie della bici da gravel a fare la vera differenza. Lo stack è maggiore a discapito di un reach più contenuto rispetto ad una bici da strada o ciclosross: ciò permette una posizione più rialzata del ciclista a tutto vantaggio della comodità nelle lunghe percorrenze. Un assetto che permette di adottare un tubo sterzo più alto e un baricentro della scatola movimento centrale più basso che si traduce in un BB drop maggiore, caratteristica propria del mondo MTB.
Telaio e forcella di una bici da gravel “nascondono” inoltre tutte le predisposizioni per l’alloggiamento degli accessori come ad esempio: portaborraccia supplementare, borse anteriori e posteriori, borsa telaio e sottosella, borsello manubrio, etc.
É passato più di un lustro da quando l’Unione Ciclistica Internazionale (UCI) ha imposto il limite di utilizzo di una sezione frontale massima dello pneumatico di 33mm nelle competizioni di ciclocross. Una questione che ha fatto storcere il naso a molti atleti abituati ad adottare coperture da 34 o 35mm a seconda delle condizioni del terreno di gara. Non tutti i mali vengono per nuocere. Questa limitazione assieme alla crescita delle competizioni gravel di lunga distanza negli Stati Uniti all’inizio degli anni 2000 ha dato un decisivo contribuito allo sviluppo di un prodotto in grado di ospitare un vasto intervallo di coperture: da 28 fino a 45mm. Una possibilità di scelta che permette di affrontare agevolmente con lo stesso mezzo l’asfalto fino agli sterrati di grana media. Una versatilità che non può passare di certo inosservata se aggiungiamo la possibilità di utilizzare su alcuni modelli una ruota da 28’’ o in alternativa una ruota con standard 650B.
I freni a disco, i mozzi derivati dal ciclocross e dalla MTB cross country consentono una frenata sicura anche in condizioni climatiche avverse con fondo bagnato e fangoso. Il perno passate contribuisce, inoltre, ad una maggior tenuta a livello strutturale.
Sempre dalla MTB deriva lo standard tubeless. Le ruote possono essere utilizzate con o senza camera d’aria (tubeless) tramite l’accoppiamento di un cerchio ad una copertura che garantisce la tenuta stagna dell’insieme. I vantaggi si traducono in comfort di guida, pressioni d’esercizio più basse a parità di copertura e minor possibilità di “pizzicare” la camera d’aria. In modalità tubeless è possibile inserire il liquido antiforatura per riparare e limitare le perdite d’aria in caso di foratura. In alcuni casi, ci si accorge di aver forato solo quando si appoggia la bici al muro.
Il manubrio è un altro componente fondamentale per una bici gravel. Anche qui la possibilità di scelta è vastissima. Si passa da manubri in carbonio o in alluminio che ricalcano gli standard delle classiche bici da strada fino al arrivare ai manubri a “scampanati” o a corno di vacca che presentano angoli di apertura della curva anche di 25°. Una soluzione che migliora la guidabilità sullo sconnesso in presa bassa e permette il montaggio introflesso delle leve freno. Questo set-up consente di impugnare le leve comando con un allineamento fisiologico dell’avambraccio rispetto all’asse della mano.
Una curiosità: andate a vedere quale manubrio utilizzava Octave Lapize sulla sua bicicletta al Tour de France del 1910…
Compila i campi qui sotto e verrai prontamente aggiornato sulle tante novità che gravitano attorno al mondo Gravel.
Se le notizie non saranno più di tuo interesse, sarai libero di cancellarti in ogni momento.