La tua guida definitiva sul gravel, a cura di Wilier Triestina

L'importanza dell'abbigliamento: dalla bici da strada al gravel

A metà strada tra performance e massima comodità. L’abbigliamento gravel

si colloca in una terra di mezzo dove il ciclismo su strada incontra la mountain bike.
Molte aziende specializzate negli ultimi anni hanno iniziato a proporre collezioni esclusive che incarnano diverse tendenze ed influenze.
“L’abbigliamento gravel? Non serve è tutto marketing”, dicono alcuni senza filtri. A questo si aggiunge un’altra domanda: “Serve davvero l’abbigliamento gravel?”.

Al di là dei luoghi comuni è sempre il ciclista che deve trovare le risposte giuste. Quali sono le esigenze? Quanto durano le uscite su gravel? Si preferisce la prestazione oppure la comodità?

Potrebbe essere questo il punto di partenza per cercare di riflettere un po’ di più sul vero valore dell’abbigliamento gravel.

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Dall’aerodinamica al trail

Il ciclismo su strada nell’ultimo decennio ha riscoperto l’aerodinamica. Pensiamo alle biciclette di gamma medio-alta: il focus non è più il peso, ma la capacità di ridurre gli attriti generati dall’aria durante la pedalata.
Caschi, accessori e abbigliamento sono entrati così in galleria del vento.  Maglie e pantaloncini con vestibilità comfort diventano così un vero e proprio “ponte” tra il ciclismo su strada e il gravel.
L’abbigliamento gravel subisce anche l’influenza del trail mountain bike. Una tendenza del fuoristrada che incarna “quella voglia di bici” su ruote grasse libera da pressioni agonistiche che molto ha a che fare con l’avventura e le giornate passate in sella.
Facile intuire che in questo ambito l’aerodinamica non è la priorità anche perchè una maglia che veste “come una seconda pelle” dà indubbi vantaggi quando si pedala ad alte velocità, ma presenta evidenti limiti (non solo estetici) quando si tratta di compiere operazioni una volta scesi di sella. Caricare la bici in spalla per superare un ostacolo o guadare un torrente, fermarsi in una radura per passare la notte sotto le stelle possono essere solo alcuni degli scenari-tipo dove capi con un taglio meno aderente possono assecondare le esigenze del ciclista.

 

Abbigliamento gravel: piccola guida alla scelta

Prima di sfogliare cataloghi e consultare il web è buona cosa individuare obiettivi e destinazioni d’uso.
Se amiamo le competizioni gravel e desideriamo uno stile versatile (all round) funzionale anche su strada ecco che capi con una vestibilità aderente e qualche tasca in più possono essere la scelta ideale. Si tratta di articoli in genere contraddistinti dall’aggettivo “cargo”: i pantaloncini presentano una o due tasche ricavate sui pannelli laterali della gamba e due sulla schiena.
La maglia ricalca le soluzioni tecniche applicate nel ciclismo su strada anche se cambia la composizione del tessuto visto che nel gravel si possono passare molte più ore in sella. Alcuni produttori aggiungono due tasche sui fianchi in prossimità del fine maglia, altri ancora massimizzano la capacità di carico replicando lo stile vintage anni ‘40 e ‘50 quando le maglie dei campioni avevano tasche cucite all’altezza del petto.
Largo, quindi, a maglie aderenti, ma comode come una T-Shirt che utilizzano Lana Merino: fibra naturale ipoallergenica, termoregolatrice, antiodore che permette una rapida asciugatura.

Una soluzione da non escludere anche se si intende pedalare in bikepacking dove la priorità è la comodità. In questo caso molti ciclisti preferiscono optare per il pantaloncino corto tipo baggy, spesso utilizzato nella mountain bike, abbinato ad una maglia tecnica.

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